logo matrice logo matrice

25 maggio 1976: “Panatta miracolato”

Avete in mente uno che va in cima alla Madonnina, scivola e, di guglia in guglia, arriva bel bello sul sagrato? Senza una scalfittura, una botta, soltanto molta paura e sudori freddi? Dite che è impossibile?

Gianni Clerici, Il Giorno, 25/05/1976

Roma, 25 maggio, primo turno: Adriano Panatta – Kim Warwick 3-6; 6-4; 7-6

Corre l’anno 1976 e sulla terra rossa del Foro Italico va in scena la 33esima edizione degli Internazionali d’Italia. Al primo turno si affrontano il beniamino di casa Adriano Panatta e l’australiano Kim Warwick, in una sfida sulla carta alla portata dell’italiano. Come spesso succede nello sport, però, guai a dar per scontato un risultato. E difatti il tennista “aussie” non se lo fa ripetere due volte, dominando il primo set con un netto 6-3. Questa la pittoresca descrizione di Clerici:

Warwick, fin qui noto per un riuscito sodalizio sportivo con la Goolagong e per una litigata con il giudice arbitro Brunetti che lo squalificò per un anno, ha giocato un tennis tanto ispirato da sorprendere i suoi stessi amici australiani. Il viso tempestato di efelidi, gli occhi ammiccanti sotto i capelloni rosso-bruni, le gambone tanto ben piantate da sopportare involontarie racchettate, Warwick palleggiava più lungo e veloce di Adriano, non sprecava una palla, non sbagliava uno schema tattico. Per tutto il primo set il suo grande tennis aveva annichilito i tifosi romani, che arrivavano addirittura ad applaudirlo.

Scorre liscio, invece, il secondo set per Adriano, che col supporto del pubblico e un servizio perfezionato si porta a casa un 6-4 benaugurante. L’esito della contesa, tuttavia, è tutt’altro che indirizzato: l’australiano torna sugli scudi e si porta addirittura sul 5-1 nel terzo e decisivo set. Da qui in poi si verifica una leggendaria sequela di match point vanificati da Warwick con la complicità di un Panatta assai reattivo e intraprendente. Un totale di 11 palle decisive sprecate all’interno di un singolo set, forse un record. Adriano, annullando gli ultimi due match point nel tie-break decisivo, si aggiudica quella che passerà alla storia come una delle partite più folli di sempre. La risposta al quesito iniziale, quello sulla miracolosa caduta indenne dalla sommità del Duomo, ce la dà Clerici stesso, ritraendo l’eccezionalità dell’evento in maniera memorabile:

Eppure Panatta è qui intatto, parla tranquillamente, solo con un po’ di affanno, e della vicenda cerca addirittura di dare una spiegazione logica. […] Non credo che Adriano sia in grado, per la fatica, di intraprendere un immediato pellegrinaggio al Santuario del Divino Amore. Un piccolo ex voto, però, dovrebbe commissionarlo e appenderlo in tribuna, a perpetuo ricordo della vicenda. In un angolo dell’ex voto, insieme al miracolato, dovrebbe figurare anche Kim Warwick, l’australiano, che ha fatto di tutto per raggiungere il suo abissale vantaggio, ed è stato capace di servirsene.

Fenomenale la dichiarazione di Adriano al termine dell’incontro: “Non ho mai pensato di perdere!”.