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Wimbledon è…

18 Luglio 2025

È un filo d’erba che fende il tramonto, 

una stilla di sudore che bagna il palcoscenico.  

È il gesso che evapora sotto i colpi degli dèi: 

una sinfonia di Roger, una sferzata di Rafa. 

È giocare per tre giorni la stessa maledetta partita, 

è la mezz’ora di fuoco dell’impavida Steffi. 

È un tappo di sughero che invade l’arena, 

una coppa dorata di fragole e panna. 

È l’erba spelacchiata ai confini del campo, 

è un po’ di cemento e un po’ anche di terra. 

È un giudice di linea che diventa automa, 

una linea laterale che si fa frontiera. 

È una steccata che schizza in orbita ed 

è un lob che precipita al suolo. 

È un saliscendi, un’astronave, 

è scivolare, cadere e farsi del male. 

È giocare zoppi, mesti, fasciati, 

fare a botte col gomito del tennista. 

È giocare col tifo contro e col vento a favore, 

il pugno chiuso che stringe un silenzio. 

È la mano che trema sulla seconda di servizio: 

è un ace sulla seconda di servizio. 

È Hanspeter che resta di sale e 

Siglinde che nasconde il viso. 

È ricevere la tessera del club  

perché li hai sconfitti tutti, 

dal primo all’ultimo della fila. 

Perché tu sei il primo della fila. 

Perché oggi Wimbledon è… 

Jannik Sinner 

Giuseppe Cosio