Gianni e Rino, che coppia!

C’erano una volta i ruggenti anni Ottanta, un’era sportiva estremamente feconda, disseminata di dualismi epocali e rivalità leggendarie: dai primi incontri-scontri tra gli acerrimi compagni di scuderia Senna e Prost, attraverso le punizioni pennellate di Maradona e Platini sull’asse Napoli-Torino, fino all’eterno duello tra i Celtics di Bird e i Lakers di ‘Magic’. Se dovessimo fare una cernita in rappresentanza del tennis, i binomi prescelti sarebbero con ogni probabilità quelli di Borg-McEnroe e Navrátilová-Evert, dominatori del circuito e icone di stile. In quel periodo, le gesta dei campioni erano immortalate da telecronache che non si discostavano troppo dal puntuale resoconto degli avvenimenti, lasciando uno spazio talvolta marginale al commento tecnico e alle riflessioni extra-campo.


La stagione era matura per accogliere la venuta di un cambiamento radicale: in un contesto che rischiava di divenire un po’ stantio, si fecero largo Gianni Clerici e Rino Tommasi, che portarono con sé tanta gavetta giornalistica e una assai gradita ventata d’aria fresca. Nell’inedita e fortunata formula della telecronaca di coppia, che li aveva spinti alla ribalta, gli inconfondibili stili dei due risultavano tremendamente complementari, tanto da saldare i loro nomi in un binomio inscindibile, quasi fosse una formula magica. ‘Clerici-Tommasi’, con le loro telecronache, andavano ben al di là del fatto agonistico: gli anfitrioni Gianni e Rino prendevano per mano lo spettatore, accompagnandolo in un viaggio meraviglioso, che spaziava dal campo da gioco agli spogliatoi, passando per i tunnel dietro le quinte e i blindatissimi campi d’allenamento. Non ci si poteva certo annoiare! Le vicende della partita erano spesso l’anticamera di racconti di ogni genere, in cui le vite professionali dei giocatori si fondevano alle faccende private, condite da intrighi di potere e gossip da rivista rosa.


Laddove gli scambi tra i tennisti porgevano terreno fertile alle statistiche più recondite, snocciolate con estrema naturalezza da Tommasi – che Gianni aveva a tal proposito ribattezzato ‘ComputeRino‘ – qualsiasi intervallo tra un punto e l’altro si tramutava, invece, nell’occasione perfetta per addentrarsi in fittissimi aneddoti e variopinte divagazioni, la specialità di casa Clerici, alias ‘Dottor Divago‘.

E così si andava alla scoperta delle persone, prima ancora che degli atleti, e non si poteva far altro che affezionarsi: in prima battuta ai grandi campioni, certamente, ma a lungo andare l’affezione si diffondeva anche verso i narratori, con tutte le loro manie e stranezze, la loro infinita passione per il gioco del tennis e quell’eccezionale capacità di farti sentire a tuo agio, come stessi seduto nel loro salotto, davanti a una tazza di tè, accarezzato distrattamente da una volée di John McEnroe.
Oggi, a tre anni esatti dalla morte di Gianni Clerici e a circa cinque mesi da quella di Rino Tommasi, ci piace ricordarli con un estratto del capitolo a loro dedicato da Alessandro Martini e Maurizio Francesconi – che non a caso si intitola ‘Clerici&Tommasi, coppia di fatto’ – nel recente libro Storie di tennis. Campioni, partite e bizzarrie dello sport piú bello del mondo, pubblicato per Einaudi:
Le loro telecronache rimangono straordinarie e indimenticabili. Tanto che ancora oggi, a molti di noi inclini all’«amarcord», mancano immensamente. E mancano i loro aneddoti, le loro battute, i loro nomignoli affibbiati con divertito acume. Di loro manca la competenza, ma soprattutto la «leggerezza» lontanissima da ogni retorica. […] Per molti appassionati sono la chiave per entrare nel misterioso mondo del tennis, con una competenza unita alla massima piacevolezza. Nel loro stile libero e ironico commentano, percorrono avanti e indietro la storia del tennis, celebrano campionesse e campioni ormai scomparsi, evocano episodi celebri e fatterelli ignoti ai più che s’insediano nelle teste degli spettatori e vi rimangono come prezioso bagaglio di conoscenza. Se Tommasi commenta ogni partita un punto per volta, Clerici parla d’altro. Cita, ironizza, prende in giro. […] Impossibile non ricordare l’uno e l’altro, sempre insieme. Indimenticabili Clerici e Tommasi. Coppia di fatto.